Per il danno alla capacità lavorativa specifica è indispensabile la prova della perdita di reddito e del nesso causale

Per il danno alla capacità lavorativa specifica è indispensabile la prova della perdita di reddito e del nesso causale
27 Marzo 2018: Per il danno alla capacità lavorativa specifica è indispensabile la prova della perdita di reddito e del nesso causale 27 Marzo 2018

Con due recenti sentenze la Corte di Cassazione si è pronunciata in maniera chiara e puntuale sul danno patrimoniale da perdita della capacità di lavoro specifica, precisandone i presupposti.

Con una prima sentenza ha affermato il principio di diritto per il quale “in caso di sinistro stradale, il danneggiato, che deduce una riduzione della propria capacità di lavoro, deve dimostrare l’esistenza di una contrazione del reddito, nonché l’esistenza di un valido nesso causale tra la contrazione e la menomazione fisica sofferta” (Cass. Civ., sez. III, 02.03.2018, n. 4930).

La questione sottoposta all’esame della Corte riguardava il caso di un danneggiato che, a seguito dei danni alla persona subiti in conseguenza di un incidente stradale, aveva proposto domanda di risarcimento nei confronti del proprietario del veicolo antagonista e del suo conducente, responsabile di questi danni.

Il danneggiato aveva chiesto pure il risarcimento del danno patrimoniale da lucro cessante, lamentando una “riduzione della propria capacità di lavoro quale conseguenza di un danno alla persona”.

Il Tribunale di Teramo aveva riconosciuto il risarcimento del danno biologico, del danno morale e del danno emergente, mentre non aveva accolto la domanda relativa al danno da lucro cessante.

La decisione era stata confermata anche Corte d’Appello dell’Aquila, contro la cui sentenza il danneggiato aveva proposto ricorso per cassazione.

Questo è stato rigettato dalla Corte, secondo la quale, in caso di sinistro stradale, il danneggiato che lamenti una riduzione della propria capacità di lavoro deve dimostrare una effettiva contrazione del proprio reddito, nonché il nesso causale sussistente tra una tale riduzione e la menomazione fisica patita.

Trattandosi di danno patrimoniale infatti, il pregiudizio subito dal danneggiato consiste nella perdita (totale o parziale) del reddito di cui questi godeva precedentemente all’incidente ed alle menomazioni ad esso seguite, perdita che deve essere causata da tali menomazioni.

Nel caso di specie la Corte di Cassazione ha evidenziato che la prova della suddetta perdita reddituale “non può essere fornita attraverso la mera esibizione di certificazioni mediche”, come invece era avvenuto nel caso di specie.

Con la seconda sentenza la Cassazione ha, invece, affermato che “l’invalidità permanente, benché concorra a determinare il danno biologico, non comporta necessariamente una diminuzione della capacità di guadagno e, quindi, un danno patrimoniale”, che deve comunque essere provata dal danneggiato (Cass. Civ., sez. Lavoro, 07.03.2018, n. 5385/18).

In tal modo il Giudice di legittimità ha sottolineato come il danno patrimoniale alla capacità lavorativa specifica non rappresenta una conseguenza ‘automatica’ delle menomazioni lesivo-fisiche, ragion per cui se a queste necessariamente consegue un danno non patrimoniale di norma biologico, non sempre invece consegue un danno patrimoniale da lucro cessante, con la conseguenza che questo deve essere sempre rigorosamente provato nel modo anzidetto.

   

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